lunedì 31 dicembre 2007
KONRAD WALECH
venerdì 28 dicembre 2007
domenica 23 dicembre 2007
Parigi val bene un fumetto
A breve l'articolo scansionato!
lunedì 17 dicembre 2007
La principessa di TorrePersa
Il primo albo vedrà la luce a fine estate 2008. Ecco in anteprima alcune vignette e i primi studi dei personaggi...


lunedì 10 dicembre 2007
Quello che mi resta
Lascio cader le calze nel sacco della spazzatura; la spazzola
invece me la tengo e la userò io. E’ solo il letto
a sembrare strano e impossibile da spiegare.
(Raymond Carver, Mia moglie)
Quello che mi resta di te, ora, è
l’orologio da polso che hai lasciato
sul comodino. La camicia da
notte di tua nonna a cui
tenevi tanto. Un sacco di
borsette – estive – e qualche paio di
scarpe.
Quello che mi resta ora di te
sono tutte quelle foto messe
alla rinfusa in un cassetto – colpa
mia, è vero, che non sono mai
stato il tipo da album.
Una rosa di zucchero, la
stessa che doveva ricordare il
nostro amore.
Poi ci sono tutte quelle stampe dei
tuoi articoli, un piccolo beauty con
i trucchi e un masterizzatore rotto.
Mi restano anche questi pochi
versi. Versi scritti per te.
Versi che hai richiesto con insistenza
e che io non sono mai stato
capace di scrivere, prima.
E’ che non mi venivano, capisci?
La poesia era altrove, in quei giorni, non
su un pezzo di carta.
Da tutta un’altra parte.
Genova, 7 maggio 2006
domenica 9 dicembre 2007
venerdì 30 novembre 2007
lunedì 26 novembre 2007
Io, un fiume
un fiume.
Lascio il mio corpo
appena qualche istante,
su una panchina
ad Estegorn e
sono fiume.
Io,
il Danubio,
che scorre
placido e tranquillo.
Scorro,
un po' sporco,
lo so.
Ed è per questo
che - ad eccezione di un
canaletto che si allunga
da Vienna - nessuno
viene a me
per un tuffo.
Io,
il Danubio, e da
Bratislava ad Estegorn
metto da parte gli Slovacchi,
e i Magiari
Si dice
si odino,
queste genti.
Ma a me, lasciatemelo
dire, non importa.
Sono un fiume, ricordate?
Uno dei più grandi:
sono il Danubio.
A volte, quando piove
- ma deve piovere
per giorni -
straripo ed inondo
i campi da una
parte e dall'altra.
Non ho preferenze.
Vi sono estati che mi
alzo per quattro o cinque
metri. E faccio paura
a tutti.
E mi piace, perché
tanto loro non possono
farmi niente.
Io,
un fiume.
Danubio,
il più grande
di tutti.
sabato 24 novembre 2007
The song remains the same
Che tradotto in genovese viene: "Cambiano i belini, ma i culi sono sempre gli stessi".
Oggi un disegnatore con cui ho iniziato a collaborare a Lucca mi ha consegnato i layout di un racconto breve di 4 pagine. In 4 pagine è riuscito a tagliare 4 vignette. “Per migliorare il ritmo”. Non si preoccupa di caratterizzazione di personaggi, di studio degli ambienti, di recitazione dei personaggi, di anatomia. No. Si cura del "ritmo" e taglia 4 vignette in un racconto di sole 4 pagine. Oltretutto dopo una nostra precedente conversazione in cui avevo spiegato le ragioni di essere di quelle vignette. Mi astengo da ogni commento.
A proposito di ritmo stasera si suona al Senhor do Bonfim con i Soultantosoul, la mia vecchia band. Seguirà una jam estesa a tutti i musicisti presenti in sala. Il concerto avrà luogo nonostante il furto perpetrato nei locali… Prosciutti, bevande, cavi, consolle, tastiere, effetti per la chitarra... Ci hanno preso proprio tutto! E poi c’è ancora gente contraria alla pena di morte e continua a blaterare di diritti umani.

mercoledì 21 novembre 2007
@L
domenica 18 novembre 2007
Il custode
Episodio 1 - IL CUSTODE
(Soggetto e Sceneggiatura di Marco Belli)
TAVOLA 1
1/ (Lunga. Panoramica. Spazio siderale. Al centro, sul fondo, una luna artificiale, che ancora non distinguiamo bene. Un astronave si sta dirigendo verso questa “luna”.)
DIDA: Pochi avrebbero accettato un incarico di questo tipo.
DIDA: Nessuno sano di mente, per lo meno.
2/ (Striscia seguente. Zoom in avanti. Di quinta, un particolare dell’astronave, in 2° P la “luna”. Distinguiamo meglio il groviglio di rottami)
DIDA: Ma il mio avvocato aveva la lingua lunga e alla fine era riuscito a far digerire persino a me l’idea del “programma di ravvedimento”.
3/ (L’astronave si avvicina alla luna, che vediamo ancora meglio di prima.)
DIDA: Meglio di una cella criogenica su qualche satellite dimenticato, mi aveva ripetuto per mesi.
4/ (Striscia seguente. Controcampo. Vignetta grande. Siamo dentro la luna, che è appunto il cimitero delle astronavi. Al centro di un groviglio di rottami, una sorta di enorme “hangar”, largo un chilometro. All’esterno, sul fondo, l’astronave che si sta avvicinando.)
DIDA: “Supervisore della Procedura di Smantellamento”. Detta così sembrava quasi una cosa interessante, in realtà non ero altro che un custode.
DIDA: Il custode del Cimitero delle Astronavi, il più grosso cantiere della Galassia adibito al recupero o alla demolizione di vecchi vascelli interstellari.
5/ (Striscia seguente. Siamo in un spaziosa sala asettica. Il custode è seduto al centro della sala su una sorta di poltrona che fluttua a mezz’aria. Sta osservando la proiezione olografica di una spogliarellista. L’immagine della ragazza è creata da tre diversi proiettori situati in punti diversi della sala. Il custode volta di scatto la testa guardando Fuori Campo.)
DIDA: Lo so, sembra una faccenda cazzuta, ma non vi ho ancora detto il meglio: dovevo restare da solo. E per tanto, tanto tempo.
Rumore- TWEEEEE
6/ (CM leggermente dall’alto. Tre quarti di spalle, vediamo il custode percorrere di corsa un lungo corridoio che conduce alla sala di comandi dell’Hangar.)
DIDA: Dieci anni luce dall’insediamento umano più vicino. Nessun contatto, salvo qualche approvvigionamento...
DIDA: Non ditemi niente. So che voi avreste scelto la cella criogenica!...
giovedì 15 novembre 2007
Certe mattine è tutto così semplice
guidare per ore, faccio fatica a
spiegare i sacchetti con la sua
roba nel solaio, tutte queste birre e la
tenerezza nei baci di una sconosciuta.
In ogni modo, la
prossima volta sarà
diverso – ripeto tra me.
Non mi scorderò che
gennaio è il più crudele dei
mesi e che quello che
ogni donna vuole non è
altro che la tua
anima.
Certe mattine è tutto così semplice.
venerdì 9 novembre 2007
KONRAD WALECH - work in progress

1/ (Interno, giorno. Siamo in una stanza spoglia. Tutto bianco, lindo e pulito. Conrad Walech s’accende una sigaretta con il mozzicone di un’altra.)
V.f.c.- Una dietro l’altra, ne sente proprio il bisogno?
2/ (Con i piedi sulla scrivania, Conrad butta fuori il fumo. Di fronte a lui, c’è uno psichiatra in camice bianco, ben pettinato e sbarbato. Come si dice in seguito nel dialogo, sembra un gemello pulito e sbarbato del sergente.)
Conrad- E tu, di farti i miei affari?
Psichiatra- È il mio dovere!…
–
3/ (In P.P., una mano di Conrad con la sigaretta. In 2°P., lo psichiatra con espressine comprensiva.)
Conrad- Con una faccia uguale alla mia?
Psichiatra- È la procedura prevista dal trattamento a transfert riflesso. Stesse sembianze del paziente.
4/ (Panoramica, esterno. La città.)
V. dall’interno- In fondo, faccio solo da ammortizzatore emotivo, mentre lei parla a se stesso e al suo subconscio.
V. dall’interno- Non c’è niente da ammortizzare!…
–
5/ (Zoom sull’edificio. Attraverso una vetrata, vediamo lo psichiatra che si alza.)
Psichiatra- Vedremo. Com’erano i rapporti con sua moglie?
Conrad- Come con te. Parlavo a me stesso e non scopavamo mai!…
6/ (Interno. Lo psichiatra aggira la scrivania.)
Psichiatra- Da quanto tempo?
Conrad- Un mucchio. Era tutto previsto, per incattivirmi!…
–
7/ (Conrad butta giù i piedi dalla scrivania, a cui l’altro si appoggia.)
Conrad- Vi serviva un cane da guardia feroce per tenere alla larga gli straccioni, no?! E per riportare a casa i ragazzi del plotone!
Psichiatra- Si calmi, signor Walech.
8/ (Conrad si protende in avanti, afferrando la pelle del volto dello psichiatra in corrispondenza della mascella.)
Conrad- Sergente, per te! Sergente Walech!
9/ (Dettaglio. La mano strappa via la faccia di plastica, mostrando la testa di metallo d’un robot.)
mercoledì 7 novembre 2007
Back in Blue - Updated!
Giovedì sera una nuova serata con i Back in Blue, al Cantiere di Pegli, formazione originale in trio. Questo trio nasce dalle ceneri dei Soultantosoul, sempre con Andrea Giannini alla chitarra e Sabrina Fanfani alla voce. Una musica nera, ruvida, graffiante, autentica caratterizza il sound della band. Il nome della formazione letteralmente significa "Ritorno alla tristezza, al blues", ed è proprio la venatura blues il marchio di fabbrica degli arrangiamenti del repertorio, in gran parte brani rivisitati di artisti americani degli anni ’60 e ’70 (Joe Cocker, Otis Redding, Beatles, Roberta Flack, Cat Stevens, Bob Marley, Al Green, tanto per citarne alcuni), ma anche ultimi successi rivisitati (C. Aguilera, Maroon 5, James Blunt, Robbie Williams, etc). Per la verità ultimamente non abbiamo suonato molto insieme: ognuno di noi è impegnato in altri progetti e i locali a Genova scarseggiano sempre di più. Per chi non ci ha mai sentito può essere un'occasione fare un salto al "Cantiere" (a dirla tutta non so neanche dove si trovi esattamente...)
Aggiornamento del 8/11: CONCERTO ANNULLATO! (PS Giulio, cosa ci combini?)
martedì 6 novembre 2007
L'assedio di Vienna
1/ (Esterno, giorno. Un villaggio nella campagna ungherese, luglio 1683. In C.L., due contadini, padre e figlio, si trovano sui campi, intenti a zappare la terra. Entrambi sono a torso nudo. Una foresta sul fondo.)
2/ (Busti dei due che guardano in Macchina da Presa, interrompendo il proprio lavoro. Il padre si terge il sudore dalla fronte.)
Figlio- Lo senti? Sembra che tuoni…
Padre- Ma non c’è una nuvola…
3/ (Siamo nella foresta. Dettaglio. Zoccoli di un cavallo al galoppo. Corre verso destra.)
TESTO: Sembrano cavalli…
4/ (Cavalli di lato, nel bosco, con i cavalieri F.C. che galoppano verso destra. Ne servono più di quanti ce ne siano nello schizzo.)
TESTO- Non è possibile, dovrebbero essere migliaia…
5/ (P.P. dei due contadini, spaventati, che guardano in M.d.P.)
Figlio- Santo Dio!
Padre- Tartari!
6/ (F.I. Di fronte. I cavalieri Tartari escono allo scoperto dalla foresta imbracciando le loro armi.)
7/ (Panoramica. L’orda esce dalla foresta e s’avventa sul villaggio. I due contadini fuggono.)
domenica 4 novembre 2007
Ultima Notte - dati di vendita & varie
mercoledì 31 ottobre 2007
Soul
Dopo tanti anni, considerato il panorama musicale genovese, dove decine di “gruppi meteora” spariscono dalla scena dopo poche esibizioni, quello dei Soultantosoul può definirsi un vero e proprio “fenomeno”. E come non considerare un fenomeno una band che pur contando tra le proprie file una nutrita schiera di musicisti, in certe occasioni addirittura dodici, ha tirato avanti per tutti questi anni in un continuo crescendo, realizzando un’impressionante attività “live”? Ed è proprio il live la dimensione ottimale dei Soultantosoul e della loro musica: una musica, il Soul, che viene dall’anima, suonata con il cuore, lontana anni luce dai virtuosismi sullo strumento e dai freddi prodigi della tecnologia moderna. “Per noi stare sul palco è una ragione di vita; è il momento in cui trasferiamo la nostra energia al pubblico che ci segue coinvolgendolo nello spettacolo stesso, rendendolo non spettatore ma protagonista. Il nostro spettacolo lo intendiamo come una festa a cui tutti devono partecipare: ci improvvisiamo sacerdoti e catalizzatori di questa trasmissione d’energia che è dentro ciascuno di noi e che esprimiamo suonando e ballando” - da un'intervista sul Secolo XIX del 2002.
Come i protagonisti delle loro canzoni i Soultantosoul sono cresciuti, hanno giocato e hanno pagato il prezzo delle loro scelte. Hanno superato i loro momenti di crisi e le defezioni di alcuni componenti, inevitabili in una band così numerosa, mettendosi in discussione, sera dopo sera. Sul palco dei Soultantosoul si è vissuto il lutto per la scomparsa di Paolo, indimenticabile amico e trombettista, e la gioia per la nascita dei figli; nuove storie d’amore hanno preso forma e altre hanno segnato il passo. Ma lo spettacolo va avanti e i Soultantosoul sono ancora qui, con la stessa grinta, la stessa carica e lo stesso sudore degli esordi.

domenica 28 ottobre 2007
La derniere Nuit - tavola 34
TAVOLA 34
1/ (Stacco. Panoramica. Esterno, tramonto. NOTA PER IL COLORE: siamo al tramonto. La flotta navale della coalizione naviga nell’oceano. Una porta elicotteri con 6/7 elicotteri, tre navi appoggio sbarco, e una dozzina di navi minori di scorta.)
2/ (Siamo sul ponte dell’ammiraglia, una nave appoggio sbarco. Vediamo, in P.P., una foto di una bella ragazza nella mano di un ragazzo, in soggettiva.)
V.f.c.- Mica male!...
3/ (Allarghiamo. P.A. un soldato sui 25 anni che chiameremo Jones, che tiene in mano una foto, seduto su qualcosa. Jones si volta verso il sergente che si sporge per vedere la foto.)
Sergente- …Ne hai una in costume da bagno?
Jones- No, sergente.
4/ (Di quinta, Jones, che guarda in basso. In 2° P il sergente indica la foto, nelle mani di Jones.)
Sergente- Peccato!... È la tua ragazza, Jones?
Jones- Non lo so...
5/ (F.I. I due. Jones guarda in basso.)
Sergente- Ehi, dico, ci vuole decisione con le femmine!... Non farti mettere sotto, ricordati che sei della settima compagnia!
Jones- L’hanno presa.
6/ (Lunga. C.M. Panoramica del ponte, leggermente dall’alto. Altri soldati, intorno.)
Sergente- Che cosa?
Jones- I vampiri… Un anno fa.
7/ (Busti, di profilo.)
Sergente- Mi spiace, ragazzo.
Jones- Finché la ricorderò com’era prima, Jenny continuerà ad essere la mia fidanzata…
8/ (Jones guarda in M.d.P. Sulla destra, quinta del sergente, che si volta.)
V.f.c.- Sergente!...
9/ (Allarghiamo. Il sergente si rivolge verso Williams, che indica e guarda in MDP, verso fuori bordo.)
Sergente- Che c’è, Williams?
Williams- Guardi...

mercoledì 24 ottobre 2007
PER FAVORE, NON PRIMA DEL SECONDO CAFFE'
TAVOLA 1
1/ (Genova, oggi. Vignetta grande. Panoramica leggermente dall’alto, in una sera di inverno, del centro storico. Al centro via Luccoli.)
DIDA: Giuro, non è andata come immaginate.
DIDA: Voglio dire, non sono una di quelle che si infilano in certe storie.
DIDA: E’ successo, ecco tutto…
2/ (Striscia seguente. Lunga. Zoom in avanti su via Luccoli. Caterina, in C.M., cammina tra la folla.)
DIDA: Io ci credo, sapete, al destino. E non è che si può andargli contro.
DIDA: Vi ricordate chi ha vinto l’ultimo Grande Fratello? L’avreste mai detto?.. Neanch’io. Ma è inutile chiedersi il perché e il percome. Era destino che vincesse lui. Punto.
TAVOLA 2
1/ (Zoom in avanti su Caterina, a metà tra il busto e il P.A. Caterina è molto elegante.)
DIDA: Beh, io credo che sia stato proprio il destino a farci ritrovare. Insomma, non è facile incontrarsi nei vicoli!... Quel giorno, come tutti i giovedì, ero lì per la mia oretta di shopping in santa pace…
2/ (Siamo dentro una vetrina di un negozio di scarpe. Dal livello del terreno, in P.P.P. un paio di scarpe da donna molto eleganti, bianche. In 2° P, in strada, Caterina si volta verso le scarpe.)
DIDA: Non so voi, ma io adoro andare nel centro storico. Basta non avere fretta e si trovano sempre un sacco di cose carine e a buon prezzo.
3/ (Esterno. Di profilo, F.I. Caterina entra in un negozio di scarpe molto elegante.)
DIDA: Ma non è come dice mia madre, che sono una spendacciona e ho le mani bucate…
4/ (Interno del negozio. In P.P. una commessa sta porgendo due pacchi a Caterina. Caterina sta firmando sul bancone lo scontrino.)
DIDA: Io odio buttare via i soldi, giuro, e mi concedo solo cose utili.
Commessa- Cosa le dicevo? La borsetta di Louis Vitton bianca sta d’incanto con queste scarpine!...
Caterina- Sì, in effetti con le mie vecchie color panna avrei fatto ridere tutti!...
5/ (Tre quarti di spalle, Caterina esce da un negozio di gioielli che si trova in un vicolo affollato con due borse di carta griffate.)
DIDA: Già che ero lì ne avevo approfittato per comprarmi quella sciarpina che mi piaceva tanto, e una camicetta di raso…
DIDA: Lo so, magari gli orecchini avrei potuto anche evitarli, ma erano settimane che li desideravo, ed ero stata proprio in gamba a resistere tutto quel tempo!...
6/ (Di spalle, busto. Caterina vede Carlo nel riflesso di una vetrina.)
DIDA: Beh, insomma, è stato quel giorno che l’ho rivisto.
V.f.c.- Caterina?...
domenica 21 ottobre 2007
Almeno per un po’
convinca di aver fatto la cosa giusta?
Non ci vuole pensare. Questa mattina di gennaio si
lascia sedurre dai sogni, mentre si
assicura che la Vita, scalpitante, rimanga chiusa
fuori e non si faccia più sentire,
almeno per un po’.
Nel suo bagno, un altro spazzolino da denti
rosa di cui, ora, non sa più che
farsene.
venerdì 19 ottobre 2007
Lucca
Mi piacerebbe se non altro per assistere alla presentazione del nuovo libro di Maurizio Mantero, il mio "maestro", per Renoir. Ma gli alberghi non si trovano, e andare e venire in giornata è sempre una faticaccia.
Ecco una foto di Lucca 2005.

domenica 14 ottobre 2007
Autogrill
se non sia il caso di fermarsi per
un’altra colazione. Pensa di meritarsela,
dopo tutti quei chilometri, e accosta.
In fondo, questo lavoro gli piace. Gli
permette di guidare. E gli piace
guidare perché può pensare. Per esempio a
ieri notte, quando quella ragazza è uscita
da casa sua piangendo. Non che l’avesse
voluto lui, è chiaro. Ma era andata così.
Lui avrebbe voluto ridere con lei e fare l’amore
ancora una volta, prima di tutto. Ma lei gli ripete
che anche se lui le dà emozioni forti, non vuole più fare
sesso, che si sente in colpa per il suo fidanzato,
di cui è innamorata, e che magari qualche bacio si, ma
di andare a letto insieme non se ne parla proprio.
Non è il suo uomo giusto - non l’ha ancora capito?
perché lui è un poeta e un musicista, non un tifoso, e
in fondo si romperebbero a stare insieme.
E’ aprile, ma comincia a far caldo quasi come
in estate. Spegne la radio ed entra nell’autogrill,
facendosi largo tra una di quelle solite comitive dei
viaggi organizzati, chiassosi e spaesati.