mercoledì 20 agosto 2008

E poi capelli biondi, sigarette e vaniglia

Sorseggia un liquore di vaniglia, mentre mi
dice di non essersi mai innamorata. Non devo farmi
nessun film, questo lo ripete più volte, perché lei è solo di
passaggio nella mia vita.

Io mi limito a guardarla, mascherando ogni
emozione. Tra una parola e un bacio,mi concedo
persino il piacere di perdermi ancora una volta tra i
suoi capelli biondi, centellinando ogni momento.
Non devo aspettare di finire la mia sigaretta per
capire che farà di me quello che vuole.
Succede tutto, e succede con molta naturalezza. Riesco
persino a dimenticare quello che mi ha appena detto, dove
ci siamo conosciuti e i guai in cui mi sto cacciando.

Dopo, mentre sono in bagno, mi urla dalla camera che
le piaccio.

Sono suo, anima e corpo.

lunedì 18 agosto 2008

Nuova versione della copertina di ODL

Cosa ne dite?


Dal Louvre di Parigi

Era tra una sala e l'altra dell'ala dei pittori fiamminghi. Non male, no?

domenica 17 agosto 2008

Anteprima

Ecco la prima prova per la copertina Occhio di Lupo nell'edizione italiana... Disegni e colori del bravissimo Gabriele Parma.

martedì 5 agosto 2008

Prime tre tavole di sceneggiatura di un racconto breve nel cassetto...

...in attesa che riapra qualche rivista!


Episodio 1 - IL CUSTODE
(Soggetto e Sceneggiatura di Marco Belli)


TAVOLA 1

1/ (Lunga. Panoramica. Spazio siderale. Al centro, sul fondo, una luna artificiale, che ancora non distinguiamo bene. Un astronave si sta dirigendo verso questa “luna”.)
DIDA: Pochi avrebbero accettato un incarico di questo tipo.
DIDA: Nessuno sano di mente, per lo meno.

2/ (Striscia seguente. Zoom in avanti. Di quinta, un particolare dell’astronave, in 2° P la “luna”. Distinguiamo meglio il groviglio di rottami)
DIDA: Ma il mio avvocato aveva la lingua lunga e alla fine era riuscito a far digerire persino a me l’idea del “programma di ravvedimento”.

3/ (L’astronave si avvicina alla luna, che vediamo ancora meglio di prima.)
DIDA: Meglio di una cella criogenica su qualche satellite dimenticato, mi aveva ripetuto per mesi.

4/ (Striscia seguente. Controcampo. Vignetta grande. Siamo dentro la luna, che è appunto il cimitero delle astronavi. Al centro di un groviglio di rottami, una sorta di enorme “hangar”, largo un chilometro. All’esterno, sul fondo, l’astronave che si sta avvicinando.)
DIDA: “Supervisore della Procedura di Smantellamento”. Detta così sembrava quasi una cosa interessante, in realtà non ero altro che un custode.
DIDA: Il custode del Cimitero delle Astronavi, il più grosso cantiere della Galassia adibito al recupero o alla demolizione di vecchi vascelli interstellari.

5/ (Striscia seguente. Siamo in un spaziosa sala asettica. Il custode è seduto al centro della sala su una sorta di poltrona che fluttua a mezz’aria. Sta osservando la proiezione olografica di una spogliarellista. L’immagine della ragazza è creata da tre diversi proiettori situati in punti diversi della sala. Il custode volta di scatto la testa guardando Fuori Campo.)
DIDA: Lo so, sembra una faccenda cazzuta, ma non vi ho ancora detto il meglio: dovevo restare da solo. E per tanto, tanto tempo.
Rumore- TWEEEEE

6/ (CM leggermente dall’alto. Tre quarti di spalle, vediamo il custode percorrere di corsa un lungo corridoio che conduce alla sala di comandi dell’Hangar.)
DIDA: Dieci anni luce dall’insediamento umano più vicino. Nessun contatto, salvo qualche approvvigionamento...
DIDA: Non ditemi niente. So che voi avreste scelto la cella criogenia!...

TAVOLA 2

1/ (Interno dell’hangar. Il custode entra nella sala comandi, in cui si trovano diversi androidi dalle sembianze chiaramente robotiche.)
DIDA: La mia unica compagnia erano i quaranta androidi da coordinare e sorvegliare… O erano loro a sorvegliare me?...
Robot N.1- E’ venuta fuori dal nulla, signore. E non riusciamo a riconoscerne il segnale.

2/ (Più da vicino. Il custode passa il palmo della mano sopra uno schermo fosforescente. In 2° P due robot.)
Robot N.1: Guardi l’effetto increspamento. Nessuna forma di vita conosciuta a bordo.
Custode- Come tutte le altre, J-3.
DIDA: Tutti androidi di classe 1. Senza nemmeno un upgrade di “personalità”.

3/ (Controcampo. I robot di spalle e il custode in 2° P di profilo che continua ad armeggiare con i suoi strumenti.)
Robot N.2- Ma nessun pilota automatico accende i motori a potenza espansa, signore!
Custode- Procedura standard. Me ne occupo personalmente.

4/ (L’astronave entra nell’hangar. Decine di braccia meccaniche escono dalle pareti. Alcune di queste braccia sono gigantesche, di un diametro di tre metri. Alcune all’estremità presentano tenaglia artificiali, altre hanno punte incandescenti.)
DIDA: Ogni giorno, da ogni angolo della Galassia, diversi vascelli venivano abbandonati in una rotta di deriva e programmati per raggiungere il Cimitero.

5/ (In P.P.P. un particolare dell’astronave. Alcune braccia meccaniche smontano dei pezzi; altre prelevano delle parti; altre si introducono dentro lo scafo. In 2° P , sul fondo, vediamo il custode che osserva attraverso la vetrata della plancia di comando.)
DIDA: Una volta arrivati qui, entravo in scena io.
Rumore- ZZZZ

6/ (Striscia seguente. Il custode indossa un piccolo eso-scheletro, aiutato da due piccoli androidi. L’esoscheletro non ha scafandro né casco: si vede bene la testa.)
DIDA: Recuperavo il salvabile, le compattavo, e disattivavo una volta per sempre il loro propulsore FTL a curvatura spaziale.

7/ (Dettaglio. Un braccio meccanico entra dentro l’astronave.)
Rumore- TTTRRRR

8/ (Lunga. In questa striscia tre immagini si dissolvono una nell’altra, senza cornici di separazione. A) Interno astronave. F.I. Il custode, che indossa il suo esoscheletro, esce dall’estremità del braccio. Si trova dentro il vascello appena arrivato. B) C.M. Il custode si avventura in un dedalo di corridoi, dirigendosi verso una luce che arriva dal fondo, dietro un angolo. C) Interno di una sala, in cui si sprigiona una forte luce. Busto, il custode compare dietro l’angolo, guardando in MdP con un espressione sorpresa.)
DIDA: Se era il caso, mi facevo persino un giro sopra.

TAVOLA 3

1/ (Controcampo. Vediamo una donna al centro della sala. E’ una specie di santone, bellissima. Magari senza capelli, o con una pettinatura caratteristica (niente di volgare). Indossa un abito con una foggia quasi new age.)
Donna- Salute a te, uomo. Ti aspettavo.

2/ (Il custode avanza spaventato e sorpreso verso la donna, che lo fissa impassibile. Il custode la indica con un dito.)
Custode- C-Chi sei?... Cosa ci fai dentro il …
Donna- Non chiedere cose che non capiresti. Io sono Jola.

3/ (Busto della donna.)
Donna- Solco le profondità degli abissi per portare conforto alle anime in pena. E da lontano ho sentito la tua disperazione…

4/ (Striscia seguente. Lunga e molto stretta. CM i due di profilo.)
DIDA: Lì per lì le pensai tutte. Un sogno, un’allucinazione dovuta alla troppa solitudine… Fatto sta che rimasi incantato, mentre lei mi parlava del suo “conforto”…

5/ (Più da vicino, i due. Il custode e tre quarti di spalle la donna.)
Custode- Come sarebbe tre desideri? Mi stai prendendo in giro?!?
Donna- Niente affatto. Portare sollievo è la mia missione.

6/ (Controcampo. )
Custode- Come no! Me lo immagino già… Io ti dico che voglio una bella birra e un hot dog e tu…
Donna- Fermati!...

7/ (Dal livello del terreno, in P.P.P. un boccale di birra e un hot dog fumante. In 2° P il custode, di spalle, che si volta a guardare verso la birra. Sul fondo, la donna con un sorriso.)
Donna- …Ne hai già sprecati due!...

venerdì 1 agosto 2008

Occhio di Lupo in Italia

Finalmente è certo: a Lucca uscirà l'edizione italiana di "Oeil de Loup", edito in Francia nel 2007 da Paristhan, di cui ho già scritto più volte in post precedenti. Il volume sarà arricchito da diverse pagine di approfondimenti.