Io,
un fiume.
Lascio il mio corpo
appena qualche istante,
su una panchina
ad Estegorn e
sono fiume.
Io,
il Danubio,
che scorre
placido e tranquillo.
Scorro,
un po' sporco,
lo so.
Ed è per questo
che - ad eccezione di un
canaletto che si allunga
da Vienna - nessuno
viene a me
per un tuffo.
Io,
il Danubio, e da
Bratislava ad Estegorn
metto da parte gli Slovacchi,
e i Magiari
Si dice
si odino,
queste genti.
Ma a me, lasciatemelo
dire, non importa.
Sono un fiume, ricordate?
Uno dei più grandi:
sono il Danubio.
A volte, quando piove
- ma deve piovere
per giorni -
straripo ed inondo
i campi da una
parte e dall'altra.
Non ho preferenze.
Vi sono estati che mi
alzo per quattro o cinque
metri. E faccio paura
a tutti.
E mi piace, perché
tanto loro non possono
farmi niente.
Io,
un fiume.
Danubio,
il più grande
di tutti.
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7 commenti:
ciao...sono finito casualmente sul tuo blog... Springsteen eh??! è uno dei miei cantanti preferiti!!
spero passerai sul mio blog... c' è anche uno scritto sul Boss, un tributo...
www.paradisoartificiale.blogspot.com
a presto,
Luca
Marc Chagall
La passeggiata (1916-1917)
La mia donna vola
leggera d’amore
ben oltre questo cielo.
Cantano gli usignoli
ride il mio cuore amante.
La tengo per mano
come un aquilone.
Vitebsk
Il violinista e l’angelo
a colloquio
si accordano sul volo
modalità e tecnica
meta e velocità
nell’aria stupefatta
dell’infanzia
-incanto e meraviglia-
il volo radente verso terra
che si fa prodigio.
VINCENT VAN GOGH
Corvi
Nessuno può vedere
il mondo
coi miei occhi
leggerne i colori
con questa intensità
cercare
nella trama il segreto
(arrivano i corvi da lontano)
il cuore ha percezioni
distorte
che l’occhio raccoglie
e amore manca
e si fa miraggio
e dopo questo sole
abbraccio la mia notte.
Rosso il mio sangue
nel giallo del grano.
Pierfrancesco Gatti
L’atelier è una stanza enorme, aperta sulla luce. Da ogni finestra puoi scorgere un paesaggio differente. Ti affacci sull’Estaque, su una Parigi di brume, sulle campagne di Auvers. Qui la montagna Sainte-Victoire, Cape Cod e Togrøk, Elgersburg sotto la neve, il mare di Argenteuil; lì il sole africano di Kairuan, e ancora Arles, e il giardino del manicomio di Saint-Paul. Più oltre cattedrali di luce e tramonti in cento colori e albe livide e notti stellate... Li immagino insieme, ciascuno davanti alla finestra preferita, a trafficare con tele vergini e dense macchie di colore, a scambiare logore tavolozze. Matisse posa un braccio partecipe sulle spalle di Bonnard, con il quale condivide un destino di oscurità; Modì, paonazzo, si accende nell’ennesimo alterco con Pablo. Renoir li osserva dalla sua immobilità, mentre Vincent confida a Henry il suo segreto… Quando cerco la fuga mi reco nell’immenso atelier e lascio che l’odore di trementina mi assalga. Prendo la mia tavolozza e navigo nella magia.
Salve Marco, arrivo al suo blog tramite quello di Giuseppe Candita e ne rimango piacevolmente sorpresa. Versi, tavole ben disegnate, sceneggiature che semprano molto interessanti. Ancora non ho fatto una ricerca sul suo nome su Google, ma già qualcosa ho capito di lei. :) Vedo tra i suoi link anche gli amici Andreas e Mika, hanno colorato qualcosa su sua sceneggiatura?
Ma io non mi sono presentata, sono Ketty Formaggio, da poco bazzico in questo mondo strano del fumetto dall'altro lato del banco. ^__^
Tornerò a curiosare.
Saluti!
Ketty
Ciao Ketty, è la prima volta che mi danno del lei su questo blog... e la cosa mi imbarazza molto. Segno della mia incipiente vecchiaia. Avevo già visto il tuo blog anch'io tramite quello di Beppe! Anzi tra poco ti inserisco tra i link...
ciao
Per anonimo: bella la passeggiata, non la conoscevo. Ma tu chi sei?
sono il Barone Pierfrancesco Gatti
la passeggiata e' un quadro vallo a cercare su internet e per forza non le conoscevi sono nate da poco queste poesie
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