All’altezza di Asti si domanda
se non sia il caso di fermarsi per
un’altra colazione. Pensa di meritarsela,
dopo tutti quei chilometri, e accosta.
In fondo, questo lavoro gli piace. Gli
permette di guidare. E gli piace
guidare perché può pensare. Per esempio a
ieri notte, quando quella ragazza è uscita
da casa sua piangendo. Non che l’avesse
voluto lui, è chiaro. Ma era andata così.
Lui avrebbe voluto ridere con lei e fare l’amore
ancora una volta, prima di tutto. Ma lei gli ripete
che anche se lui le dà emozioni forti, non vuole più fare
sesso, che si sente in colpa per il suo fidanzato,
di cui è innamorata, e che magari qualche bacio si, ma
di andare a letto insieme non se ne parla proprio.
Non è il suo uomo giusto - non l’ha ancora capito?
perché lui è un poeta e un musicista, non un tifoso, e
in fondo si romperebbero a stare insieme.
E’ aprile, ma comincia a far caldo quasi come
in estate. Spegne la radio ed entra nell’autogrill,
facendosi largo tra una di quelle solite comitive dei
viaggi organizzati, chiassosi e spaesati.
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