mercoledì 22 ottobre 2008
martedì 14 ottobre 2008
Preview Occhio di Lupo
lunedì 6 ottobre 2008
Scegliete la vita
Scegliete la buona salute il colesterolo basso e la polizza vita, scegliete un mutuo ad interessi fissi, scegliete una prima casa, scegliete gli amici; scegliete una moda casual e le valige in tinta, scegliete un salotto di tre pezzi a rate e ricopritelo con una stoffa del cazzo, scegliete il fai da te e chiedetevi chi cazzo siete la domenica mattina; scegliete di sedervi sul divano a spappolarvi il cervello e lo spirito con i quiz mentre vi ingozzate di schifezze da mangiare.
Alla fine scegliete di marcire, di tirare le cuoia in uno squallido ospizio ridotti a motivo d'imbarazzo per gli stronzetti viziati ed egoisti che avete figliato per rimpiazzarvi. Scegliete un futuro, scegliete la vita.
Ma perché dovrei fare una cosa così? Io ho scelto di non scegliere la vita, ho scelto qualcos'altro...
(I. Welsh)
Lasciateli soli
Robinson Jeffers
Se il Signore ha avuto la buona idea di donarvi un poeta
cercate di ascoltarlo.
Per amor di Dio lasciatelo in pace finché non muore.
Nessun premio, nessuna cerimonia,
perché lo uccidereste.
Un poeta è colui che sa ascoltare
la natura e il proprio cuore.
Quando il clamore noioso del mondo
lo dovesse avvolgere, se è veramente forte
egli sarà capace di sbarazzarsi dei nemici,
ma purtroppo non degli amici.
Così si spense la creatività di Wordsworth
ed ammuffì Tennyson, e sembrò uccidere Keats,
o riduce ad un buffone anche Hemingway,
e a Faulkner fa dimenticare la sua arte.
domenica 5 ottobre 2008
Lucca?
Qualcuno là fuori ha una camera o un posto letto?
mercoledì 17 settembre 2008
Marco Belli is D(E)AD...
In passato, quando avevo un problema, lo risolvevo pensando: "Cosa avrebbe fatto Bruce Springsteen al posto mio?" Questa volta però neanche il vecchio boss mi potrebbe essere d'aiuto. Laggiù le cose vanno diversamente, e non si sarebbe infilato in certe situazioni come ho fatto io.
Piccola pausa di riflessione dal fumetto, musica, e tutto il resto...
lunedì 15 settembre 2008
Serata uggiosa di fine estate,
mercoledì 10 settembre 2008
Lavori in corso
domenica 7 settembre 2008
Derniere Nuit - tome 2
mercoledì 20 agosto 2008
E poi capelli biondi, sigarette e vaniglia
dice di non essersi mai innamorata. Non devo farmi
nessun film, questo lo ripete più volte, perché lei è solo di
passaggio nella mia vita.
Io mi limito a guardarla, mascherando ogni
emozione. Tra una parola e un bacio,mi concedo
persino il piacere di perdermi ancora una volta tra i
suoi capelli biondi, centellinando ogni momento.
Non devo aspettare di finire la mia sigaretta per
capire che farà di me quello che vuole.
Succede tutto, e succede con molta naturalezza. Riesco
persino a dimenticare quello che mi ha appena detto, dove
ci siamo conosciuti e i guai in cui mi sto cacciando.
Dopo, mentre sono in bagno, mi urla dalla camera che
le piaccio.
Sono suo, anima e corpo.
lunedì 18 agosto 2008
domenica 17 agosto 2008
Anteprima
martedì 5 agosto 2008
Prime tre tavole di sceneggiatura di un racconto breve nel cassetto...
Episodio 1 - IL CUSTODE
(Soggetto e Sceneggiatura di Marco Belli)
TAVOLA 1
1/ (Lunga. Panoramica. Spazio siderale. Al centro, sul fondo, una luna artificiale, che ancora non distinguiamo bene. Un astronave si sta dirigendo verso questa “luna”.)
DIDA: Pochi avrebbero accettato un incarico di questo tipo.
DIDA: Nessuno sano di mente, per lo meno.
2/ (Striscia seguente. Zoom in avanti. Di quinta, un particolare dell’astronave, in 2° P la “luna”. Distinguiamo meglio il groviglio di rottami)
DIDA: Ma il mio avvocato aveva la lingua lunga e alla fine era riuscito a far digerire persino a me l’idea del “programma di ravvedimento”.
3/ (L’astronave si avvicina alla luna, che vediamo ancora meglio di prima.)
DIDA: Meglio di una cella criogenica su qualche satellite dimenticato, mi aveva ripetuto per mesi.
4/ (Striscia seguente. Controcampo. Vignetta grande. Siamo dentro la luna, che è appunto il cimitero delle astronavi. Al centro di un groviglio di rottami, una sorta di enorme “hangar”, largo un chilometro. All’esterno, sul fondo, l’astronave che si sta avvicinando.)
DIDA: “Supervisore della Procedura di Smantellamento”. Detta così sembrava quasi una cosa interessante, in realtà non ero altro che un custode.
DIDA: Il custode del Cimitero delle Astronavi, il più grosso cantiere della Galassia adibito al recupero o alla demolizione di vecchi vascelli interstellari.
5/ (Striscia seguente. Siamo in un spaziosa sala asettica. Il custode è seduto al centro della sala su una sorta di poltrona che fluttua a mezz’aria. Sta osservando la proiezione olografica di una spogliarellista. L’immagine della ragazza è creata da tre diversi proiettori situati in punti diversi della sala. Il custode volta di scatto la testa guardando Fuori Campo.)
DIDA: Lo so, sembra una faccenda cazzuta, ma non vi ho ancora detto il meglio: dovevo restare da solo. E per tanto, tanto tempo.
Rumore- TWEEEEE
6/ (CM leggermente dall’alto. Tre quarti di spalle, vediamo il custode percorrere di corsa un lungo corridoio che conduce alla sala di comandi dell’Hangar.)
DIDA: Dieci anni luce dall’insediamento umano più vicino. Nessun contatto, salvo qualche approvvigionamento...
DIDA: Non ditemi niente. So che voi avreste scelto la cella criogenia!...
TAVOLA 2
1/ (Interno dell’hangar. Il custode entra nella sala comandi, in cui si trovano diversi androidi dalle sembianze chiaramente robotiche.)
DIDA: La mia unica compagnia erano i quaranta androidi da coordinare e sorvegliare… O erano loro a sorvegliare me?...
Robot N.1- E’ venuta fuori dal nulla, signore. E non riusciamo a riconoscerne il segnale.
2/ (Più da vicino. Il custode passa il palmo della mano sopra uno schermo fosforescente. In 2° P due robot.)
Robot N.1: Guardi l’effetto increspamento. Nessuna forma di vita conosciuta a bordo.
Custode- Come tutte le altre, J-3.
DIDA: Tutti androidi di classe 1. Senza nemmeno un upgrade di “personalità”.
3/ (Controcampo. I robot di spalle e il custode in 2° P di profilo che continua ad armeggiare con i suoi strumenti.)
Robot N.2- Ma nessun pilota automatico accende i motori a potenza espansa, signore!
Custode- Procedura standard. Me ne occupo personalmente.
4/ (L’astronave entra nell’hangar. Decine di braccia meccaniche escono dalle pareti. Alcune di queste braccia sono gigantesche, di un diametro di tre metri. Alcune all’estremità presentano tenaglia artificiali, altre hanno punte incandescenti.)
DIDA: Ogni giorno, da ogni angolo della Galassia, diversi vascelli venivano abbandonati in una rotta di deriva e programmati per raggiungere il Cimitero.
5/ (In P.P.P. un particolare dell’astronave. Alcune braccia meccaniche smontano dei pezzi; altre prelevano delle parti; altre si introducono dentro lo scafo. In 2° P , sul fondo, vediamo il custode che osserva attraverso la vetrata della plancia di comando.)
DIDA: Una volta arrivati qui, entravo in scena io.
Rumore- ZZZZ
6/ (Striscia seguente. Il custode indossa un piccolo eso-scheletro, aiutato da due piccoli androidi. L’esoscheletro non ha scafandro né casco: si vede bene la testa.)
DIDA: Recuperavo il salvabile, le compattavo, e disattivavo una volta per sempre il loro propulsore FTL a curvatura spaziale.
7/ (Dettaglio. Un braccio meccanico entra dentro l’astronave.)
Rumore- TTTRRRR
8/ (Lunga. In questa striscia tre immagini si dissolvono una nell’altra, senza cornici di separazione. A) Interno astronave. F.I. Il custode, che indossa il suo esoscheletro, esce dall’estremità del braccio. Si trova dentro il vascello appena arrivato. B) C.M. Il custode si avventura in un dedalo di corridoi, dirigendosi verso una luce che arriva dal fondo, dietro un angolo. C) Interno di una sala, in cui si sprigiona una forte luce. Busto, il custode compare dietro l’angolo, guardando in MdP con un espressione sorpresa.)
DIDA: Se era il caso, mi facevo persino un giro sopra.
TAVOLA 3
1/ (Controcampo. Vediamo una donna al centro della sala. E’ una specie di santone, bellissima. Magari senza capelli, o con una pettinatura caratteristica (niente di volgare). Indossa un abito con una foggia quasi new age.)
Donna- Salute a te, uomo. Ti aspettavo.
2/ (Il custode avanza spaventato e sorpreso verso la donna, che lo fissa impassibile. Il custode la indica con un dito.)
Custode- C-Chi sei?... Cosa ci fai dentro il …
Donna- Non chiedere cose che non capiresti. Io sono Jola.
3/ (Busto della donna.)
Donna- Solco le profondità degli abissi per portare conforto alle anime in pena. E da lontano ho sentito la tua disperazione…
4/ (Striscia seguente. Lunga e molto stretta. CM i due di profilo.)
DIDA: Lì per lì le pensai tutte. Un sogno, un’allucinazione dovuta alla troppa solitudine… Fatto sta che rimasi incantato, mentre lei mi parlava del suo “conforto”…
5/ (Più da vicino, i due. Il custode e tre quarti di spalle la donna.)
Custode- Come sarebbe tre desideri? Mi stai prendendo in giro?!?
Donna- Niente affatto. Portare sollievo è la mia missione.
6/ (Controcampo. )
Custode- Come no! Me lo immagino già… Io ti dico che voglio una bella birra e un hot dog e tu…
Donna- Fermati!...
7/ (Dal livello del terreno, in P.P.P. un boccale di birra e un hot dog fumante. In 2° P il custode, di spalle, che si volta a guardare verso la birra. Sul fondo, la donna con un sorriso.)
Donna- …Ne hai già sprecati due!...
venerdì 1 agosto 2008
Occhio di Lupo in Italia
domenica 22 giugno 2008
NUOVA SERIE
domenica 15 giugno 2008
Memorie di un assassino - Capitolo 1 (parte 2)
Mi basta pensare ai grandi per farmi venire la forza. A quelli che hanno saputo tenere duro per anni, o addirittura per tutta la vita. A Jack London, che faceva letteralmente la fame per tirare su i soldi per i francobolli che gli servivano per spedire i racconti alle riviste letterarie. Quei deficienti ce ne hanno messo, sapete, per rendersi conto del suo genio. Dovevano essere imparentati in qualche modo con questi scalda-scrivanie che lavorano alla Moon Comics, ci scommetto. E a Bukowski, che ha cominciato a vedere un briciolo di risultati quasi a cinquant’anni, grazie ai tipi della Black Sparrow Press, gli unici a dargli spazio e fiducia. Lui si che ne ha fatti di lavori degradanti prima di arrivare a vivere di quello che scriveva. Il postino. Ve lo immaginate Bukowski che fa il postino?
Basta. Devo darci dentro e macinare delle nuove storie. Spegnere questo maledetto computer che tanto non mi serve a niente e concentrarmi su qualche idea cazzuta. Carta e penna, nient'altro. Mi basta solo uno spunto di partenza, poi sono sicuro che tutto verrà da solo. Potrebbe essere un personaggio intrigante che Kid Konrad incontra da qualche parte, oppure potrebbe essere un ambiente un po’ diverso dal solito dove ambientare l’albo. Che ne so, in un mega hotel lussuosissimo in Costa Azzurra. O magari anche qui a Genova. Ve la immaginate un’avventura del Kid nel centro storico di Genova? Una figata con la f maiuscola! Mi piace. Potrebbe essere la pista giusta da seguire. “Scrivi di quello che conosci.” Chi lo diceva? Bah, lasciamo stare, altrimenti mi distraggo.
Quest’amaro è quello che ci voleva. E’ un po’ più forte degli altri ma con due cubetti di ghiaccio va giù che è un piacere, alla faccia del mio proctologo e delle mie emorroidi. Anzi, domani devo ricordarmi di comprarne un’altra bottiglia. “L’amaro dello scrittore”. Potrebbe essere un’idea per un pay-off. Ora però devo mettermi in testa solo Kid Konrad. Manca solo un po’ di musica. Mi serve qualcosa di strumentale, altrimenti ciao. E’ inutile cercare un cd decente, meglio arrendersi subito all’evidenza, tanto lo so come va a finire. Punto primo: quasi tutta la musica ormai la tengo nel disco fisso del pc. Punto secondo: in cd mi sono rimasti una cinquantina di vecchi album e di papabile per questa sessione serale c’è solo “But Beautiful” di Bill Evans e Stan Getz. Alla fine metto su sempre questo, ci credete? Va che è un piacere e io…
“Lorenzo, posso entrare?”
venerdì 16 maggio 2008
Presentazione di Mondi Infiniti di Maurizio Mantero
Art’Intorno e Fnac
presentazione del volume Mondi Infiniti ,
ReNoir Comics, 2007,
di Maurizio Mantero con Giancarlo Berardi,
mercoledì 21 maggio h. 18, forum Fnac
L’incontro è aperto al pubblico ed è gratuito
“ La notte sarebbe passata.
Sarebbe venuta l’alba, non la fine.
“ La stessa parola “ fine”
Non ha senso in un mondo infinito.
“Era un inizio.”
Dalla mente, dalla penna e dalla tavolozza di Maurizio Mantero, una preziosa collezione di storie rare, inedite o introvabili, realizzate in solitaria o a quattro mani con Giancarlo Berardi
Testi di Giancarlo Berardi per i racconti “Cavalleria”, “Lucky”, “Capitolo XXXIV”, “Camera mobiliata”, oltre che la cura della Prefazione.
Gli altri testi, tutti i disegni e le illustrazioni sono a cura di Maurizio Mantero
mercoledì 16 aprile 2008
A.A.A.
venerdì 11 aprile 2008
MEMORIE DI UN ASSASSINO
CAPITOLO 1
Da: Moon Comics
A: Lorenzo Ricci
Venerdì 7 marzo 2008
Caro Lorenzo,
abbiamo ricevuto i suoi soggetti, che troviamo interessanti e ben scritti. Purtroppo, siamo spiacenti di comunicarle che le tematiche affrontate non rientrano nelle nostre attuali politiche editoriali e non sono conformi allo spirito del nostro personaggio.
La ringraziamo vivamente per averci sottoposto in visione il suo lavoro e con l’occasione porgiamo i nostri migliori saluti.
La redazione
Ma che ne capiscono, questi? Voglio dire, avete presente la merda che pubblicano? Scommetto di no. Anzi, no di sicuro, a meno che non siate uno di quei cerebrolesi che ogni mese cacciano fuori 2 euro e mezzo per comprarsi l’ultimo numero di Kid Konrad, il cosiddetto “investigatore dell’occulto”, invece che spenderseli in un buon grappino. Mi piacerebbe vederli in faccia, uno per uno. Osservare il loro sguardo vacuo e vuoto mentre sfogliano il loro fumetto e si emozionano a leggere, numero dopo numero, sempre la stessa, identica storia. Credete stia scherzando? Che il mio sia il livore di un escluso? Niente affatto. Io non parlo a vanvera. Solo fatti.
Albo di giugno: una bella e spregiudicata fanciulla contatta il Kid per risolvere un caso impossibile: la sparizione dello zio in un ufficio a porte chiuse. Pagina trenta: i due finiscono a letto (forse il Kid cerca qualche indizio sotto le lenzuola della sua cliente). Pagina sessantacinque: la polizia brancola nel buio. Tutto fa pensare alla vendetta del fantasma di un collega, ma con il suo intuito il nostro eroe scopre che la tipa (attenzione, sta per arrivare un colpo di scena!) è la vera assassina dello zio. Albo di agosto: un’avvenente giornalista prepara un servizio sul nostro Kid, da cui ovviamente viene sedotta a pagina venticinque. Pagina quaranta: l’investigatore dell’occulto scopre che il passato della giornalista nasconde qualcosa di misterioso; un uomo la perseguita. Pagina settanta: il Kid sospetta che il nemico misterioso della giornalista sia il caporedattore del giornale, viscido e spaccone. Pagina novantacinque: il nostro eroe scopre che il povero caporedattore è completamente estraneo alla vicenda, ma tutto è stato architettato dalla bella giornalista per metterlo nei guai e coprire uno scandalo in cui era coinvolta.
C'è bisogno che continui? Devo girare il coltello nella piaga e parlarvi dell’albo di settembre? Lasciamo stare. Ma non meravigliamoci quando si parla di crisi del fumetto, quando i dati di vendita di tutte le testate vanno a picco. Quando i ragazzini dai dieci ai sedici anni fanno di tutto, ma proprio di tutto, eccetto che leggere fumetti. E questi “editori” invece che dire: ragazzi, ci siamo sbagliati, abbiamo messo in edicola un personaggio che fa vomitare, abbiamo pubblicato storie indegne disegnate con i piedi, ci scusiamo tanto e proveremo a fare di meglio… No, ci dicono che la colpa è di internet, dei computer, della televisione, dei cartoni animati... Un gigantesco complotto per distogliere l’attenzione dei nostri ragazzi dai nostri beneamati fumetti. Ma fatemi il piacere!
Quella di oggi è la ciliegina sulla torta: nella redazione del più importante editore di fumetti del paese arriva del materiale di uno scrittore che ha qualcosa di veramente nuovo da dire e questi non se ne accorgono nemmeno. Non lo sanno riconoscere, loro, il talento! Non sanno nemmeno che roba sia. Il problema, loro, lo affrontano alla radice: non leggono i lavori che arrivano da chi è fuori dal giro. Li prendono e li archiviano: voilà, nel cestino! Ma vadano a farsi fottere! Se ne pentiranno, oh quanto se ne pentiranno! Io non mi arrendo. Io vado avanti, imperterrito, rifiuto dopo rifiuto. So che un giorno scriverò pagine che bruceranno il ghiaccio, che sbiancheranno la notte, che strapperanno i muri! Si tratta solo di avere pazienza.
Ora so come muovermi. Vogliono la solita minestra? E allora gliela cucino anch'io. Capirete che ci vuole. Quello che mi serve è liberare la mente, rilassarmi un attimo. La tensione mi frega, sapete? Non si può scrivere decentemente se non si è rilassati come uno stronzissimo santone tibetano. E’ quando sono sciolto e tranquillo che rendo al massimo. Le mie dita cominciano a ballare sulla tastiera, muovendosi per conto loro, e in testa mi arrivano le idee giuste.
Anzitutto devo trovare quel mezzo lorazepam che ho visto prima qui intorno. Come un tavor, anzi meglio, perché costa la metà, quindi la sua efficacia è doppia. Poi tiro il collo a quella bottiglia di amaro che mi è rimasta e ci fumo sopra. E dopo, cari miei, ve lo faccio vedere io se “non sono conforme allo spirito del personaggio”!
martedì 1 aprile 2008
Vintage
domenica 2 marzo 2008
Di ritorno!
lunedì 18 febbraio 2008
Emergency
Domenica prossima (si, proprio il giorno del mio compleanno, il 24 febbraio), debuttiamo con il gruppo rock - r 'n' b. La band si chiamerà "Lupo e le pecore nere", non più "Il Mucchio Selvaggio", in omaggio al cantante, soprannominato Lupo, (sempre lui, l'ex cantante dei Museo Rosembach, gruppo prog dei lontani anni 70...). Prima di chiudere, ecco il testo di una bella strofa di "feelin alright", scritto da quei fattoni dei traffic... Well boy, you sure took me for one big ride And even now I sit and wonder why And when I think of you I start to cry I just can't waste my time, I must keep dry Gotta stop believin' in all you lies 'Cause there's too much to do before I die You feelin' alright? I'm not feelin' too good myself Well, you feelin' alright? I'm not feelin' too good myself Beh ragazzo, certamente mi hai ingannato E ancora adesso mi siedo e mi chiedo perché e quando penso a te comincio a piangere non posso sprecare il mio tempo devo continuare ad asciugarmi le lacrime devo smetterla di credere a tutte le tue bugie perché c’è troppo da fare prima che muoia Ti senti bene? Io non mi sento troppo bene Beh, ti senti bene? Io non mi sento troppo bene |
venerdì 8 febbraio 2008
Gli sconfitti
giovedì 31 gennaio 2008
sabato 19 gennaio 2008
Chi ha orecchie per intendere...
"Comunichiamo un'altrettanto breve nota sulla questione (recemente di nuovo sollevata in rete) sulle "indesiderate" modificazioni redazionali delle sceneggiature. Questo tipo di interventi (che di solito suscitano reazioni quantomeno amareggiate negli sceneggiatori) sono considerati "normali" in alcune redazioni. Si tratta di mettere mano al testo originale dello sceneggiatore e cambiarlo (anche solo in parte), senza il suo consenso. A volte, interventi di questo tipo vengono attuati, sempre senza consultare l'autore, persino dai colleghi disegnatori. La buona creanza (e, sopratutto, la legge) vuole che ci sia invece un confronto diretto con lo sceneggiatore e che nessuna modificazione venga fatta senza il suo consenso scritto. Al di là di eventuali noticelle contrattuali che sembrino dare all'editore un potere di intervento totale senza alcun ulteriore consenso (da verificare caso per caso insieme agli esperti del sindacato), la realtà legale è che interventi di questo tipo sono, di solito, da considerarsi lesivi del Diritto Morale. E il Diritto Morale è, notoriamente, inalienabile. Vale a dire che non si può vendere, non può essere mai, e per nessun motivo, ceduto: resta sempre e solo in capo all'autore stesso (e ai suoi eredi per i tempi previsti dalla legge). Modificare una sceneggiatura (senza consenso esplicito e documentabile) vuol dire proporre al pubblico un'opera finale alterata, e se la modifica viene considerata peggiorativa (dall'autore), può ledere il diritto morale. Questo, ormai, dopo otto anni di vita del sindacato, dovrebbero saperlo tutti gli autori, ma non è male ricordarlo, ogni tanto. Cosa può fare l'autore per tutelare il porprio diritto morale (cioé far ripristinare la sceneggiatura corretta, oppure ottenere un risarcimento per i danni morali, nel caso non sia più possibile ristabilire le condizioni precedenti, oltre a rendere noto il fatto al pubblico)? La soluzione più semplice e meno onerosa è ovviamente quella di far aprire una vertenza sindacale dal sindacato cui l'autore è iscritto (e cercare di risolvere, in modo civile, la questione, con una trattativa diretta tra la rappresentanza sindacale e l'azienda). Se, per qualche motivo personale, l'autore non vuole aprire una vertenza sindacale, può, in alternativa:
-1- aprire una onerosa (in termini di denato e tempo) vertenza legale in proprio (cioè non tramite sindacato) in Tribunale, per capirci, e far valere il diritto morale secondo quanto previsto dall'attuale legge sul diritto di autore.
-2- Richiedere personalmente all'azienda l'applicazione di una dicitura ad hoc che chiarisca in modo inequivoco l'attribuzione di paternità sia della sceneggiatura, sia dei rimaneggiamenti redazionali (o di quelli del disegnatore). Non è gran cosa, ma almeno salva la faccia. Se ci si accontenta, può bastare ed è facile: "Testi: Romualdo Sceneggiatore - Rimaneggiamenti della sceneggiatura: redazione interna - Disegni e ulteriori rimaneggiamenti: Anacleto Disegnatore". Sembra lungo, ma lo è sempre meno di molti disclaimer USA, che sono piuttosto completi (e, correttamente, ci sono anche letterista, colorista ecc.). Intendiamoci, questo escamotage alla "salva-la-faccia-Beghelli" ha un senso solo se l'autore ha firmato un contratto capestro con l'azienda, nel quale la autorizza espressamente a fare modificazioni dell'opera senza consultare l'autore (cioé in contrasto esplicito con la legge sul diritto di autore). Se uno non ha ceduto questo suo diritto, può chiedere ben altro che una semplice dicitura a fondo pagina!
-3- Mettere in linea (nei modi corretti e opportuni) su Internet la propria sceneggiatura originale, commentata in dettaglio (con le relative eventuali critiche ai rimaneggiamenti), darne notizia tramite un lancio d'agenzia e rilasciare magari anche qualche intervista sulla faccenda ogni volta che lo si ritenga opportuno. In questo modo, che è solo un altro escamotage salva-la-faccia-Beghelli, l'autore riesce almeno a mettere in chiaro la propria e l'altrui posizione. Ma, ovviamente, non smuove nulla dal punto di vista legale e, soprattutto, sindacale (cioé di interesse collettivo): di fatto la situazione resta la stessa e si masticherà amaro ogni volta. Ma spostare la brutta figura (almeno in parte: naturalmente internet non raggiungerà tutti gli stessi lettori della rivista) dallo sceneggiatore alla redazione (e/o al disegnatore) potrebbe, forse, aiutare a far diminuire gli interventi inappropriati. S'intende che correttezza vuole che nella eventuale pubblicazione on line si indichino anche gli interventi migliorativi, fatti dagli altri! La pubblicazione della sceneggiatura in rete, come strumento di tutela del proprio diritto morale, è lecita? Questa informazione di dettaglio viene fornita agli iscritti SILF, perché il sindacato deve verificare caso per caso, tenendo conto di tutti gli elementi contrattuali per stabilire la proprietà effettiva del testo ed eventuali limiti del suo utilizzo pubblico.
Ovviamente, in alternativa a tutte queste ipotesi, si può anche semplicemente scegliere, per mille motivi diversi, di continuare a subire in silenzio. O borbottare un poco (ma non più di tanto, giusto per sfogarsi almeno un pochino) in qualche blog, o forum. O cambiare datore di lavoro. O cambiare lavoro. A scelta e con tante altre varianti, ovviamente. Inutile aggiungere che lo stesso discorso sulle modifiche non autorizzate (con eventuali varianti specifiche) può essere fatto per i disegni?"
domenica 13 gennaio 2008
Il mese di gennaio
Tra le novità in vista, la trattativa avanzata per l'edizione italiana di Occhio di Lupo, l'albo uscito in Francia a ottobre; il ricompattarsi delle fila de "Il Mucchio Selvaggio", la cover band che ho formato da poco insieme a grande musicisti: Lupo alla voce (ricordate Museo Rosembach, il gruppo prog delgli anni 70? 400.000 copie vendute di Zaratustra, il loro album più noto. Beh lui cantava lì); Ale "blues" Casaleggio, chitarrista dei bei tempi quando suonavo "Rare groove" negli Howlers; Stefano Fontana (il bassista dell'altro gruppo in cui milito, i Rocks Off, tribute band a i rolling stones); Sabrina Fanfani, cantante dei Back in Blue (ma ci siamo praticamente sciolti). E poi Fabio Mineccia , batterista degli Studio 54 e dell'organ trio di Alessandro Muda, e Lina, la compagna di Marco Matta. Un gruppo se non altro in cui ci si diverte ancora a suonare, e non è poco. Le prove con loro sono meglio di una serata a bere.
Nel frattempo sto procedendo con la sceneggiatura della principessa di Torrepersa: quasi a pag 20. Ho scritto due racconti brevi che vorrei proporre negli USA e l'amico Andrea Longhi mi ha chiesto di scrivere una storia breve per l'ultimo numero dell'antologia MONSTARS di Nicola Pesce Editore, in tandem con Benedetta Dossi,
Chi vivrà, vedrà. Speriamo che gennaio passi in fretta.