giovedì 20 settembre 2012
mercoledì 19 settembre 2012
Un giorno mi ringrazierai (2)
martedì 28 agosto 2012
Martin Mystère: L'epidemia dei suicidi
venerdì 17 agosto 2012
venerdì 10 agosto 2012
DYLAN DOG COLOR FEST N. 9 !
Ecco le prime tre pagine di sceneggiatura, nella versione finale.
DYLAN DOG
venerdì 6 luglio 2012
Un giorno mi ringrazierai
INT.SERA. SIAMO IN UN MONOLOCALE, PULITO E ORDINATO.
L’ARREDO E’ SEMPLICE: CI SARA’ UNA POLTRONA, UN LETTO DA
POCO PREZZO, UN ANGOLO COTTURA, UN TAVOLO CON UN PAIO DI
SEDIE, UNA CREDENZA E UN ARMADIO. SULLA CREDENZA, O LI’
VICINO, UNO STEREO, CD E ALCUNI LIBRI. SUL FONDO, UNA PORTA
D’INGRESSO. SU UN ALTRO LATO, LA PORTA DEL BAGNO. NON
VEDIAMO MAI FINESTRE.
Paola è ai fornellli. Sta preparando la cena mentre ascolta
della musica dallo stereo. Sui fuochi una padella, dove sta
cuocendo una pietanza, che potrebbe essere arrosto di maiale
con prugne. Sul ripiano accanto, una terrina dove Paola sta
preparando l’impasto per una torta. Ancora più in là della
verdura fresca, come carote e insalata, da pulire.
Si apre la porta. Entra Andrea. Indossa solo una giacca o un
maglione e porta una borsa di tela con la spesa. Richiude la
porta e dà un giro di chiave.
ANDREA
Ciao, Paola.
PAOLA
Ciao.
(Risponde senza distogliere lo
sguardo dalla pentola del
riso, continuando a
rimestolare.)
ANDREA
Che profumino...
PAOLA
Arrosto di maiale...
(Continua a non guardare
Andrea.)
ANDREA
Sembra buono!... E quella roba lì?
PAOLA
Prugne, tanto per cambiare... Hai
trovato tutto?
(Guarda il sacchetto della
spesa che tiene Andrea.)
ANDREA
Credo di sì...
domenica 13 maggio 2012
martedì 28 febbraio 2012
La notizia
Si siede sul suo divano. Lei non smette di agitarsi e
continua a parlare, senza fermarsi un
attimo. Come ha fatto a prenderla sul serio, gli chiede. Era
ovvio che erano cose dette sull’onda del momento, di una vacanza
a Parigi. Lei non è pronta per avere un altro figlio. Proprio ora, aggiunge, che
il grande sta prendendo la sua strada e se la sta cavando da solo.
Lei non se la sente, come farà con la palestra, gli chiede? Non potrà
più vedere le sue amiche, fare shopping, riposarsi dopo il lavoro.
Sono stati proprio due incoscienti, gli dice.
Lui lì per lì non sa cosa risponderle, e non gli viene in mente niente
di meglio che abbracciarla e tranquillizzarla.
Si alza ed esce sul terrazzo, accendendosi una sigaretta.
martedì 14 febbraio 2012
Allontanare i figli dal padre è reato
ROMA novembre 2009 - Cassazione.net - di Debora Alberici - Allontanare i figli dal padre è reato, i contatti telefonici non bastano. Rischia infatti il carcere per sottrazione di minore la mamma che, pur essendo affidataria del figlio, lo porta lontano dall’ex anche se lei ha da sempre dichiarato dove si trova e i due sono rimasti in contatto telefonico.
“Risponde del delitto di sottrazione di persona incapace (art. 574 c.p.) – ha motivato la sesta sezione penale - il genitore che, senza consenso dell'altro, porta via con sè il figlio minore, allontanandolo dai domicilio stabilito, ovvero lo trattiene presso di sè, quando tale condotta determina un impedimento per l'esercizio delle diverse manifestazioni della potesti dell'altro genitore, come le attività di assistenza e di cura, la vicinanza affettiva, la funzione educativa, identificandosi nel regolare svolgimento della funzione genitoriale il principale bene giuridico tutelato dalla norma”. E ancora, “ai fini della integrazione dell'elemento soggettivo della fattispecie criminosa in esame, è richiesto il dolo generico, consistente nella coscienza e volontà da parte dell'agente della condotta e dell'evento, ossia nella coscienza e volontà di sottrarre (cioè di togliere, portare via) il minore all'altro genitore esercente la potestà genitoriale e di trattenerlo presso di sè contro la volontà dell'altro genitore”.
Consiglio di lettura per tutti i papà separati
Nei tuoi occhi di bambino
di Tiberio Timperi
“Oggi è il tuo compleanno, ma non tocca a me festeggiare, non è il mio turno. Arriverà anche per noi una candelina accesa su cui soffiare. I figli dei divorziati hanno due compleanni, due Natali, due Capodanni, due Pasque. Io ce la metto tutta per resistere, ma mi sento come se mi fosse stato strappato il cuore. Tu sei mio figlio e io vorrei vederti, annusarti, stringerti. Ma non posso farlo”.
Questa è la storia di un padre che vorrebbe semplicemente poter fare il padre. Giocare con suo figlio, accompagnarlo all’asilo, insegnargli a vivere. Ma non può farlo. Perché Leonardo adesso è diventato un padre a metà, come ormai ce ne sono tanti, troppi. Dopo il fallimento del suo matrimonio, è costretto a contare le ore e ad aggrapparsi al ricordo di un sorriso per sopravvivere nell’attesa di poter vedere il figlio. La storia di Leonardo è un percorso fra mille difficoltà e sentimenti contrastanti. Un viaggio fatto di amarezze, solitudine e rimorsi, di pregiudizi e beghe legali, ma anche di piccole conquiste quotidiane e rari momenti di gioia. Finché un incontro insperato gli offrirà una semplice ma importantissima opportunità... In questo romanzo lieve e toccante, Tiberio Timperi tratteggia la storia intima, e drammaticamente attuale, di un padre alla ricerca di un equilibrio fragile e prezioso, da raggiungere e difendere giorno dopo giorno.